Il malva chiaro, come anche molte altre altre tonalità
del viola o del rosso, ha storicamente simboleggiato la religiosità e il potere
regale.
Già dal XVII secolo i cretesi e successivamente i
fenici impararono a estrarre la porpora dalle 'murex', piuttosto che dal succo
di mirtilli o dall' ematite rossa, e a utilizzarla per i loro riti religiosi.
Così come i greci, per i quali i colori erano molto importanti anche nella
mitologia, come nel mito di Iris, messaggero degli dei e personificazione dell'
arcobaleno, citata anche nell' Iliade.
Gli egizi e poi anche i romani , dato che la porpora era molto costosa, iniziarono a utilizzarla per tingere le vesti dei loro re per poi estendere tale lusso anche agli alti funzionari.
Nel corso di questi anni quindi il colore malva perde il suo significato sacro, diventando nell' età tardo-imperiale romana puro simbolo di sfarzo e ricchezza, fino al cristianesimo, durante il quale viene utilizzato nei blasoni degli ecclesiastici e dei vescovi. In tale impiego
è conosciuto come 'paonazzo'.
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